Elegant and Classic Gothic Style

Il Saper Vivere di Donna Letizia., Le buone maniere da un vecchio libro della biblioteca di casa.

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Ninfa Silvestre
view post Posted on 26/9/2008, 18:32




Buona serata miei cari visitatori!
Scavando nella biblioteca di casa, qualche annetto fa mi ritrovo tra le mani un libro ricoperto di polvere, ingiallito, con le pagine staccate, non piu' in ordine come un tempo. Ne guardo la semplice copertina verde ove compare un mazzo si fiori rosa con su una bella e grossa scritta:
Il Saper Vivere di Donna Letizia.
Indago sul libro, e' un vecchio dono fatto a mia madre, da una sua buona compagna.
Oggi lo voglio condividere con voi, in questa bella esperienza che stiamo intraprentendo io e la mia socia Nalea^^

Vi postero' di tanto in tanto tutte le cose che piu' mi attraggono e che ritengo piu' utili all'interesse comune.
Buona lettura a tutti voi, che questo topic sia di vostro gradimento ^_^

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Saluti e convenevoli



Come saluta il signore

Regola generale: L'uomo va sempre presentato per primo alla donna; la persona di meno riguardo a quella di maggior riguardo.
Per strada, il signore saluta la signora appena i loro sguardi si incrociano.
Se lei finge di non vederlo, lui rivolge subito altrove la sua attenzione.
Se lei non lo riconosce, lui accenna a un saluto discreto.

Il signore non ferma mai una signora per strada: tocca a lei prenderne l'iniziativa.
Naturalmente, quest'ultima regola vale per i rapporti puramente formali:
il signore che riconosce per strada una buona amica puņ fermarla e salutarla con una certa effusione.

Se accompagna una signora, il signore la saluta , sollevando il cappello, le conoscenze che incontra;
ma non si ferma a parlare con loro.
Accennera' un saluto di cortesia alle persone che la signora saluta, anche se non le conosce.
Se passeggiando con la moglie, incontra un amico e desidera parlargli, per prima cosa lo presentera' alla signora.
Potra' dire per esempio: "Maria, ti presento Gianni Albertoni" e all'amico: "Mia moglie", semplicemente.
Il signore non saluta mai tenendo la sigaretta tra le labbra.
Se non ha il cappello, inclina piu' o meno il busto, secondo la persona che saluta.
Per salutare un subalterno, il signore non si toglie il cappello, ma porta soltanto la mano all'orlo di questo.
Per salutare un conoscente, solleva il cappello inclinandolo leggermente in avanti.
Per salutare una signora, il gesto sara' piu' marcato e verra' accompagnato da un'inclinazione del capo.
Il signore si toglie il cappello ogni volta che entra in albergo, in un negozio, nell'ascensore,
e ingenerale in qualsiasi locale pubblico
, eccettuata la stazione, la posta e la sinagoga.
Puo' tenere il cappello in filobus, ma lo toglie in taxi se accompagna una signora.
Per le scale se incontra una signora, solleva il cappello, mentre se e' a testa nuda s'inchina leggermente.
Se accompagna una signora, le lascia il lato della ringhiera in modo che possa appoggiarvisi.
Se all'inizio di una scala incontra una signora che non conosce, la saluta e la precede: oppure aspetta a seguirla che essa lo abbia preceduto si una o due rampe.
In ascensore il signore non fuma. Si toglie il cappello.
Se si trova in compagnia di una signora evita di volgerle le spalle. Non ne approfitta pero' per fissarla.
Prima di premere il bottone, si informa a che piano desidera fermarsi e se tocca a lui uscire per primo aggiunge:
" Se permette, io vado al secondo piano".
Se sono diretti tutti e due allo stesso piano, lui apre la porta, lei cede il passo e provvede a rinchiudere l'ascensore.

E' doveroso salutare:
-il SS. Sacramento durante le processioni:
- la bandiera italiana durante una sfilata;
- il Capo dello Stato ovunque lo si incontri;
- il feretro durante un corteo funebre.


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Come saluta la signora.
Una signora che passeggia in compagnia di un signore puo' fermarsi a salutare un'amica, ma subito fara' le presentazioni:
" Cara, che gioia incontrarti! Ti presento l'avvocato Ferretti". E all'avvocato:" La signora Delfini".
Se incontra una signora anziana, o di grado sociale superiore al suo, la saluta per prima.
Se incontra una sua pari, il saluto dovrebbe essere spontaneo e simultaneo dalle due parti.
( Tra giovani la regola e' piu' elastica: se lui e' timido e imbarazzato ed esita, la ragazza puo' dargli un incoraggiamento, sorridendogli per prima. Niente "ciao", pero', miagolati da un marciapiede all'altro, ne' saluti biascicati al chewing - gum)

Edited by Ninfa Silvestre - 1/10/2008, 19:58
 
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Nalea Erie
view post Posted on 27/9/2008, 23:33




Veramente interessante

Attendero` il continuo ^ ^
 
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Ninfa Silvestre
view post Posted on 28/9/2008, 18:46




Come si comportano la signora e il signore.



La signora.

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In casa:

In casa la vera signora non gira in pianelle, non si presenta a tavola in vestaglia. I bigodini non oltrepassano la camera da letto. Non fa pesare le sue emicranie sugli altri. Se la donna di servizio rompe un piatto non la rimprovera davanti a tutti, nč aspetta che il marito sia rincasato per punire i bambini se hanno combinato qualche guaio. Piuttosto, appena egli suona alla porta d'ingresso, corre a ravviarsi per farglisi incontro sorridente e in ordine. Della bolletta del gas, del rubinetto che non funziona non fara' parola, almeno fin dopo in caffe'.
Quando riceve, la signora non cerca di brillare a scapito del marito. Se lui e' timido lo aiuta a fare bella figura. "Racconta quella buffa storia che ti e' successa la settimana scorsa a Torino": simili frasette sono ottimi trampolini di lancio; il marito trovera' il coraggio di tuffarsi nella coversazione e, piu' tardi, gli amici commenteranno concordi quanto siano rare al giorno d'oggi le coppie cosi' bene affiatate.

Fuori di casa:
La vera signora non fuma per strada, nč mentre balla, nč quando e' in un negozio ( dal parrucchiere fumi quanto le pare). Non parla con la sigaretta penzoloni tra le labbra. Usa un bocchino, purche' non sia lungo come una tromba e non le ispiri atteggiamenti fataleggianti.
La vera signora veste con sobrieta'. Sa che la parola chic e' l'opposto della parola provocante.
Abiti troppo attilalti, scollature stile Mansfield-Monroe, sono di pessimo gusto.
Se ha una silhouette marcata, se e' troppo grossa e sproporzionata, rinunciera' a seguire la moda alla lettera, cerchera' di indovinare una volta per tutte il suo stile, la linea che meglio le si addice e se ne scostera', poi, il meno possibile. Potra' rifarsi variando accessori e dettagli.
Il cappello e' indispensabile a una colazione elegante, a un te', a un cocktail e quando ci si reca in visita per la prima volta.
Oltrepassata la quarantina una signora veramente elegante non dovrebbe mai farne a meno.
I guanti, una volta classici e di stile formale, oggi sono ammessi in tutte le tinte e nei piu' vari tessuti. La signora in abito da cocktail puo' sfilare la mano dell'apertura del polso per salutare la padrona di casa e gli altri invitati. Ma se ha dei guanti corti, entrando in un salotto si togliera' almeno quello destro ( l'altro se lo puo' sfilare poi con comodo). La sera i guanti non si sfilano se completano l'abito come elemento indispensabile. Pero' la signora si togliera' sempre il guanto destro ( o passera' la mano dall'apertura del polso) per ballare. Recandosi in sala da pranzo dovra', comunque, toglierseli completamente.

Raccontava Jacques Fath che una volta gli accadde di dover vestire da capo a piedi Marlene Dietrich per una festa da ballo alla quale lui stesso era stato invitato. Creo' appositamente per lei una splendida guaina di velluto nero, completata da un paio di quanti cremisi uguali alle scarpette di raso. La sera del ricevimento arrivo' in anticipo per assistere all'entrata della diva. Appena questa fu annunciata, gli occhi di tutti si fissararono sulla porta. Fath impallidi': un grosso brillante scintillava sul guanto sinistro dell'attrice. Per colpa di quell'anello, la donna di classe che egli aveva inteso presentare, si era trasformata in una soubrette da rivista.

A proposito di gioielli, si evitino quelli appariscenti nelle ore sel mattino e del primo pomeriggio. A una colazione elegante e' ammesso un anello di brillanti. Le collane di cristalli colorati si possono portare anche di giorno, purche' con abiti intonati. Gli strass sono sempre sconsigliabili alla luce del giorno, che inesorabilmente li rivela per quello che sono: pezzetti di vetro.
Puo' accadere che una giovane signora ne incontri un'altra, assai piu' vecchia di lei, nella hall di un albergo o di un negozio. L'operazione di togliersi il guanto si presenta complicata e, nel frattempo, l'anziana signora rimane con la mano tesa nel vuoto. In questo caso meglio rinunciare a presentare la mano nuda, e togliersi il guanto con calma per il succesivo saluto di commiato.
Le ragazze, nel salutare le signore si tolgono sempre il guanto, se possibili anche per strada.

Per la strada:
Una signora non parla a voce alta per la strada. Non cammina ancheggiando volutamente; non si volta se il vestito di una passante e' proprio il modello che farebbe per lei, o se ha riconosciuto un celeberrimo Divo. Non si ferma a conversare in un punto dove puo' intralciare il traffico. Se le accade di urtare qualcuno, si scusa anche se la colpa non e' tutta sua. Se piove e ha l'ombrello, lascia a chi non ne e' provvisto il passaggio rasente al muro. Se qualche "vitellone" mugge dietro a lei un complimento superlativo, non lascia trasparire un sorriso compiaciuto, ma nemmeno si congestiona per la rabbia se la qualita' del complimento e' scadente.
Se nonostante la sua indifferenza il "vitellone" persiste a molestarla, si rivolge a un vigile, ma non indugia in spiegazioni concitate che attirerebbero un fastidioso cappannello di gente.
Se incontra un conoscente, accenna un principio di saluto che lo autorizzi a riconoscerla Se e' miope o poco fisionomista risolva i dubbi salutando comunque: non salutando una persona che conosce rischierebbe di passare per maleducata. Salutando un passante che non conosce rischia solo che sia lui a dubitare della propria memoria.

Nei negozi:
La signora non entra in un negozio, cosi', tanto per vedere o per perdere una mezz'ora. Se il tempo non conta per lei, conta per chi lavora. E' paziente e cortese con i commessi: se non trova cio' che cercoa, prima di uscire dal negozio, devastato dalle sue ricerche, ringrazia e aggiunge " Mi dispiace, sara' per un'altra volta".
Grazie a quella frase gentile e al suo modo di fare, la sua eventuale riapparizione non verra' accolta come una calamita'. Nel contrattare un acquisto puo' chiedere uno sconto, ma non insistera' oltre certi limiti. Nel lasciare il negozio potra' tendere la man al proprietario se si e' occupato di lei.

Edited by Ninfa Silvestre - 1/10/2008, 20:10
 
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gothonyou
view post Posted on 28/9/2008, 20:26




in quest'ultima parte ci sono dei passaggi divertenti, il che denota anche una certa ironia dell'autore o autrice...

le regole sull'incontrare gente per strada le capisco. infatti trovo imbarazzante rimanere a guardarmi intorno mentre un mio amico si ferma a parlare con questo e con quello...
il capello č ormai da baseball :D , ma non sarebbe male che si rispettassero le vecchie regole (almeno in parte) con le nuove mode.

 
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Macabre†queen
view post Posted on 1/10/2008, 11:54




prenderņ spunto mi sa...
ma mi sa che faccio l'esatto opposto un po' di tutto XD
bel topic^^
 
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Ninfa Silvestre
view post Posted on 1/10/2008, 18:18




Che bello mi fa piacere che vi piacca il topic!!
Continuiamo il nostro cammino all'interno del mondo delle buone maniere, parliamo ancora della donna perche' vi sono piu' riferimenti. Postero' in seguito la parte al maschile.
Buona lettura!

La donna sola.



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Grazie al cielo oggi, la donna sola puo' costruirsi una vita piacevole ( che tante donne sposate invidiano), puo' godere molta liberta', puo' viaggiare, uscire di sera, puo' fare, insomma, il comodo suo.
Tuttavia, non e' raro che le donne sole mi scrivano ( si tratta per lo piu' di giovani maestre e impiegate) per confidarmi il loro imbarazzo: vorrebbero fare un viaggetto, prendersi una vacanza fuori del paese o della cittadina dove vivono, ma al momento di decidersi milel interrogativi le angosciano.
Potranno recarsi sole al ristorante?
E la sera potranno uscire senza essere accompagnate?
E se capita loro, in treno, in pullman, in albergo, di fare qualche conoscenza maschile?
E' ovvio che una ragazza sui vent'anni fara' bene a non intraprendere da sola uno di questi viaggi.
Le converra' piuttosto inserirsi in qualche comitiva, mettersi d'accordo con un'amica, oppure affidarsi a un'organizzazione turistica. Ma una donna sui ventisette trent'anni puo', senza pericolo, intraprendere qualsiasi viaggio da sola. Puo' mangiare in un ristorante la mattina, e la sera in albergo.
Puo' visitare musei e mostre, recarsi la sera a teatro e di giorno al cinema.
E' sperabile che abbia abbastanza giudizio per saper discernere se sia il caso, o no, di prolungare la conversazione col suo vicino di tavolo in albergo, o con il turista che ammira accanto a lei il soffitto della Cappella Sistina.
Ci sono,tuttavia, alcune regole da cui la donna sola non puo' derogare:

- Non si rechera' mai da sola nell'appartamento di uno scapolo.
Non vi si trattera' per ultima, se vi si e' recata insieme ad altre persone.

-Non lascera' mai, la sera, entrare in casa il signore che l'ha accompagnata al ristorante o a teatro.
I saluti si scambiano sul portone.

-Non accettera' regali dai suoi corteggiatori: solo fiori, scatole di dolci, libri, ed eventualmente qualche "pensierino" di poco valore.

-Non incoraggiera' barzellette salate ne' confidenze intime.
Non ne fara' assolutamente: a circondarsi di un po' di mistero ha tutto da guadagnare,

Naturalmente queste regole vanno interpretate con criterio: una nubile cinquantenne, di aspetto decoroso, non e' obbligata a seguirle alla lettera.

Consigli alla donna che vuole "arrivare".



Abbia un cuoco francese, elargisca laute somme alle Opere benefiche capeggiate da dame autorevoli; inviti spesso qualche nobile, decaduto ma ą la page, disposto a consigliarla e a pilotarla in cambio di un posto sempre disponibile a tavola.
Abbia una casa arredata da un decoratore di gusto sicuro e piuttosto tradizionale ( quadri moderni se crede, ma mobili antichi) e quando riuscira' a riunire nel suo salotto un mazzetto di marchese e contesse non imiti di colpo i loro modi di parlare; non inserisca a vanvera parole straniere nella conversazione; non inauguri un'aria annoiata e blasče; si dimostri invece felice di riceverle, di stare fra loro, dia a ognuna l'impressione che e' quella, fra tutte, che lei ammira di piu'.
Non evochi i "pensionnats svizzeri" della sua infanzia, "la collezione di porcellane cinesi" di suo padre, la "classe" che aveva sua nonna.
Perderebbe di colpo la loro benevolenza.
Meglio, piuttosto inserire frasi di questo genere:
" Io che non ho avuto un'infanzia privilegiata come tutte voi..", "Mio padre che si e' fatto da sé..." ecc.
Si dira' di lei che ha l'orgoglio di essere quello che č, e il coraggio di non rinnegare le sue origini.
Non si associ troppo presto ai pettegolezzi delle nuove amiche, non dichiari che "il cenino della duchessona era una barba". Per molto tempo ancora questo linguaggio e queste malignita' sono vietate.
Se qualcuno pronuncia il sua presenza un commento del genere, potra' rispondere:
"Puņ darsi, ma in tutti i casi io invidio alla contessa i due Tiepolo del salone...", che non c'entra nulla, e' vero, ma deporrą per la sua discrezione e per il suo amore dell'arte.
Per concludere, se un giorno si accorgera' che nel mondo della "crema", non e' tutto oro quello che riluce, non si atteggi a Grande Disillusa; dimostrerebbe sono leggerezza e malafede.
In quel mondo lei ha voluto entrare non per crearvi delle amicizie profonde, ma delle conoscenza brillanti.
Non per riempire il vuoto d'animo, ma per riempire il suo salotto.
E tutto sommato ha voluto quel che ha voluto.

Edited by Ninfa Silvestre - 1/10/2008, 20:16
 
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Hetty
view post Posted on 3/10/2008, 13:00




CITAZIONE
nč aspetta che il marito sia rincasato per punire i bambini se hanno combinato qualche guaio. Piuttosto, appena egli suona alla porta d'ingresso, corre a ravviarsi per farglisi incontro sorridente e in ordine. Della bolletta del gas, del rubinetto che non funziona non fara' parola, almeno fin dopo in caffe'.

Questo mio marito lo gradirebbe un mucchio XD

CITAZIONE
Se e' miope o poco fisionomista risolva i dubbi salutando comunque: non salutando una persona che conosce rischierebbe di passare per maleducata. Salutando un passante che non conosce rischia solo che sia lui a dubitare della propria memoria.

A me capita un casino T____________T

CITAZIONE
La signora non entra in un negozio, cosi', tanto per vedere o per perdere una mezz'ora.

Nooooo! Io lo faccio sempre XD

CITAZIONE
Consigli alla donna che vuole "arrivare".

Bellissimi! <3 XD



 
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Nalea Erie
view post Posted on 3/10/2008, 17:24




Io non ho ben compreso "alla donna che vuole arrivare" e la questione dei guanti...

Per il resto apprezzo molto!!!

CITAZIONE
Nei negozi:
La signora non entra in un negozio, cosi', tanto per vedere o per perdere una mezz'ora. Se il tempo non conta per lei, conta per chi lavora.

Verissimo *___________* accidenti quante tipette che entrano in negozio solo per girare senza meta rompendo le scatole a noi commessi che dobbiamo mettere sempre in ordine tutto il patatrack che combinano al loro passaggio...

Dio, e dire che basterebbe un minimo di educazione per trasformarci l'ora di stress in un'ora lavorativa...
 
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gothonyou
view post Posted on 3/10/2008, 18:05




da quanto ho capito, il libro di cui parla Ninfa Silvestre č degli anni 50 e quindi si riferisce alla moda e agli usi di quel periodo... certe cose possono essere attuali ma altre sono anacronistiche... sopratutto per quanto riguarda la moda, che si sa č alquanto volubile, mentre le regole di comportamento possono essere ancora valide
 
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Ninfa Silvestre
view post Posted on 4/10/2008, 13:04




Si ragazzi in effetti non vi nascondo che nei "consigli alla donna che vuole arrivare", mi sono trovata in dissenso piu' di una volta con cio' che e' scritto...

Ad esempio:

"Abbia un cuoco francese"

Non e' una sua dote. E non avrebbe senso dire: il cuoco della signora Tot cucina benissimo... insomma la vedo piu' una prerogativa del cuoco che di lei stessa.

"Abbia una casa arredata da un decoratore di gusto sicuro e piuttosto tradizionale "

Non sono daccordo. La mia casa deve essere la MIA casa. Che senso avrebbe stare in una cassa arredata da altri, tra i mobili che esprimono qualcosa per altri?
O meglio... perche' non poter esprimersi anche attraverso l'arredamento di una casa?
Solo per farci dire che la casa e' ok dobbiamo dunque limitarci?

"Dia a ognuna l'impressione che e' quella, fra tutte, che lei ammira di piu'."

Questa la vedo proprio come una cosa laconica... falsa.

Gli ultimi due punti mi paiono eccessivamente atteggiamenti costruiti, non propri. Mi paiono un eccesso di voler far parere tutto al proprio posto in ogni situazione...
L'irregolarita' e' normale, e' ricchezza...
Non piacere a tutti, anche.
Non vedo proprio il perche' di tutto questo eccesso nel dover mostrarsi belli e quasi perfetti...
Non so se mi sono spiegata bene :D
 
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Nalea Erie
view post Posted on 4/10/2008, 18:23




No... io non ho capito prorprio che cosa vuol dire "donna che vuole arrivare"...

In che senso? che vuole essere chic?
 
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gothonyou
view post Posted on 5/10/2008, 10:20




credo si riferisca alla donna che vuole entrare a far parte dell'alta societą,
 
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Ninfa Silvestre
view post Posted on 5/10/2008, 16:51




Credo "Arrivare" nel senso che un giorno si parli di lei come una "Grande Donna"...
 
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Nalea Erie
view post Posted on 6/10/2008, 12:53




ahhh ecco... vi ringrazio ^ ^
 
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Hetty
view post Posted on 11/10/2008, 15:43




In certi ambiti l'apparenza č tutto, ad esempio il cuoco francese: puņ essere anche un cane, ma č francese duqnue cucinerą francese e se non ti piace significa che sei ignorante (per capirci, stessa morale del re nudo...)
 
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57 replies since 26/9/2008, 18:32   9311 views
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